Ieri sera, con padronanza del mezzo, il “principe azzurro” si è destreggiato a Bar Sport, resistendo perfino agli attacchi di un incontenibile Cervi. Piovani, che oggi compie gli anni, ha disertato la cena post-trasmissione, ma durante il programma ha raccontato i dettagli del curioso venerdì di tensione a Collecchio
(gmajo) – Se dovessi autogiudicarmi per la mia prestazione a Bar Sport di ieri sera, onestamente, dovrei darmi sotto la sufficienza, in quanto nell’agone si è mosso decisamente con maggiore disinvoltura Vanni Zagnoli che riconosco aver fatto notevoli progressi nella conoscenza della macchina televisiva così come l’aveva definita il pilota Michele Gallerani, dagli stessi teleschermi, una settimana fa). Lo ricordavo timido ed impacciato agli inizi, quando, per radio, avevo non poche perplessità a chiedergli il piacere di commentarmi qualche gara, e così lo avevo ritrovato in precedenti sue apparizioni sul piccolo schermo, eppure, e dai e dai, a furia di collezionare ospitate, qualcuna prestigiosa pure fuori piazza, ha iniziato ad avere davanti la telecamera una invidiabile sicurezza e una ottima scelta dei tempi negli interventi. Voto 7. Gli avrei dato anche di più se non fosse stato “tradito” da Gallerani che ha fatto la spia sul fatto che bellamente stava telefonando dallo studio on air con una delle mille redazioni con le quali collabora per concordare il titolo di un suo pezzo. Ovviamente questa disdicevole circostanza ha abbassato la media, perché durante una diretta non si telefona… Continua all’interno
E anche la frequente autoreferenzialità dovrebbe sparire. Ma poi ha favorito momenti di grande ilarità, quando, verso la fine della trasmissione, prendendo spunto dal nome e cognome (Eleonora Rossi) della gentil pulzella salita sul camper di Radio Parma – grazie credo alla memoria googliana del suo inseparabile notebook – ha fatto un volo pindarico citando l’omonima Eleonora Rossi Drago, nota attrice di cinema e teatro. Antonio Cervi è intervenuto chiedendo: “Ma è quella giovane…” Al che Vanni, prontissimo, lo ha interrotto: “Ma no, è morta quattro anni fa”. Per
la precisione il 2 dicembre del 2007, ma era nata nel lontano 1925. Cervi e Zagnoli, qualche anno fa, su altre frequenze, facevano parte della medesima trasmissione, ed allora Vanni indubbiamente soffriva parecchio l’esuberanza dell’ex calciatore, ora opinionista televisivo: ebbene, ieri sera Cervi – che ha svelato essere in possesso del patentino di allenatore da II categoria, che gli è valso l’appellativo di mister pronunziato con deferenza dal suo tradizionale avversario Stefano Frigeri (da me ribattezzato Prof. Sassaroli) – era piuttosto incontenibile, gli amanti del genere direbbero perfino in
serata di grazia: eppure Zagnoli ha resistito come un pungiball ad ogni affronto, persino quando l’antagonista lo ha chiamato “quel signore di Reggio”, sul quale ha sorriso di gusto, anziché offendersi o rabbuiarsi. Quale il segreto di cotanta serenità? Probabilmente il fatto di sapere che nel parcheggio di Via Mantova c’era la moglie, Silvia Giglioli, fedele compagna di una vita, che a bordo della autovettura rossa di famiglia, stava seguendo la trasmissione su un avveniristico ricevitore portatile dell’ultimissima generazione. E dire che il parterre aveva proposto proprio Vanni
quale principe azzurro alla Rossi, che racconta dell’eterna ricerca sua e delle sue amiche su un giornale patinato in distribuzione nei pubblici esercizi. La tensione Cervi-Frigeri ha raggiunto, in certi punti – specie mentre si parlava dell’egoismo di Biabiany – livelli elevati, ma gli idranti della coppia Milano–Bertini hanno tardato ad entrare in azione, forse proprio perché consapevoli che tanta gente a casa si diverte con queste zuffe più che a sentire parlare in modo serioso di pallone. Del resto sull’altro canale – e più tardi ce ne dovrebbe riferire Lorenzo Fava – intanto,
un altro reggiano (tanto non si offende nessuno dei due), Enrico Boni vestiva i panni del boia per chiedere la testa di Colomba (situazione che mi pare invero prematura, al di là che aborro certe messe in scena o certe trovate ad effetto del Saltimbanco). Della testa di Colomba, domenica sera, aveva chiesto lumi direttamente all’AD Leonardi (nella improvvisata conferenza stampa post gara, in sostituzione dei calciatori rimasti muti) Sandro Piovani (buon compleanno Drino, anche se ieri sera hai preferito festeggiare i tuoi 50-1 senza cenare con noi…), il quale ieri sera, a Bar Sport, in parte sollecitato anche dal sottoscritto, ha offerto ulteriori dettagli su quello che era stato il venerdì ad alta tensione a Collecchio, che lui aveva seguito per la Gazzetta a bordo della Golf Car del Centro Sportivo. E così siamo venuti a sapere che quel giorno dopo la predica di Leonardi, i calciatori sono stati a lungo riuniti – da soli, senza il tecnico e senza dirigenti –
nella sala conferenze del CS Parma FC. Situazioni queste che di solito preludono a pericoli incombenti per l’allenatore, ma evidentemente – con grande scorno per Boni già pronto a cibarsi delle sue carni – la graticola su Colomba è stata prontamente spenta dopo che un po’ tutti i protagonisti si sono chiariti le idee. Sì certo, il risultato non sarebbe poi cambiato, ma come sottolineato con una certa enfasi da Leonardi in conferenza stampa – parole che hanno suscitato non poche reazioni – i crociati hanno ritrovato quelle caratteristiche dello scorso anno che erano un
po’ andate perdute nelle prime uscite. E io sono d’accordo con lui, il Parma ha dato rispetto alle precedenti prove, inclusa la vittoria sul Chievo, evidenti segnali di ripresa, non sufficienti ancora, ma incoraggianti. Come ho chiosato durante il programma, il fatto stesso che ieri sera si parlasse più di errori dei singoli (quello di Biabiany, di cui Gallerani ha trovato un precedente firmato Crespo, che però era andato a rete, nonostante ci fosse, come domenica Giovinco, un meglio piazzato Amoroso; quelli assortiti in difesa, nella
medesima azione, di Zaccardo, Paletta e Mirante e qualcuno ci aggiunge pure Modesto) che non di prova negativa collettiva testimonia che qualche piccolo passo avanti è stato fatto. Urge, però, la medicina della vittoria e non si sa quanto il Genoa di Malesani, ormai sempre più sdoganato, possa essere l’avversario migliore di questi tempi per i nostri malati, ma come i saggi colleghi ieri sera ricordavano prima o poi le squadre vanno affrontate tutte… Gabriele Majo
grazie, intanto. autoreferenzialità, dà fastidio anche a una cara collega, semplicemente perchè vorrebbe fare lei quel che faccio io. oggi è difficilissimo realizzare interviste a personaggi, più o meno grandi, quando c'è pertinenza, le citi volentieri, ma ho sempre citato volentieri anche lavori di colleghi, con nomi e testate. come fai tu stesso, mi pare.
sulla telefonata, l'ho ricevuta, da libero, dal capo dello sport fabrizio biasin, per un'intervista a lippi, molto importante per me e pure per libero.
sulla timidezza, certo, ma il discorso è legato a una squadra che non seguo con l'attenzione nè degli altri ospiti nè degli spettatori stessi.
come diceva Milano, procediamo con il nostro spettacolo. Poi dipende dalla tensione del momento, dai servizi del pomeriggio-sera.
gilioli, grazie
Ciao Vanni, il discorso dell'autoreferenzialità l'ho tirato fuori a mo' di critica costruttiva sul genere di quelle che pure tu talora proponi a me. Per me se in Tv non ti autociti, o limiti le autocitazioni, guadagni dei punti, poi, ovviamente, sei liberissimo di non darmi retta, così come io alle volte ti do retta e alle volte persevero nelle mie convinzioni. Detto questo non è che mi dia fastidio come alla collega da te citata, anche perché reputo l'invidia tra i peggiori sentimenti che si possano provare. Detto questo ho reputato molto positiva la tua prestazione di ieri sera, anche perché onestamente non me lo aspettavo. E mi ha fatto piacere sottolineare i progressi, tenendo conto anche del punto di partenza e delle difficoltà che so puoi avere incontrato lungo il cammino. Detto questo le mie "critiche televisive" sono dei divertissement e come tali vanno considerate. Sono appunti di quello che mi colpisce di un programma, o più programmi, quando unifico le diverse trasmissioni. E la tua spigliatezza meritava di essere sottolineata tra gli aspetti positivi della serata. Complimenti di nuovo. Gmajo
Brevemente, caro Gabriele, tu non c'entri nulla, ma insomma professionalmente io non amo il qualunquismo, il dire e non dire, lasciare intendere, dire a nuora perchè suocera intenda, dire meno di quello che si sa, cautela con i potenti, essere impietosi con gli assenti o i deboli. preferisco essere aggressivo con il personaggio presente, come ho dimostrato con Guidolin un anno e mezzo fa, al contrario elogiarlo in assenza, come faccio sempre. non sopporto i colleghi che vogliono essere protagonisti su tutto, essere personaggi loro, protagonista è il parma, lo sport, la sportività. tengo per il parma, ma anche per le altre squadre della regione. rispetto gli avversari, ci sono personaggi delle altre squadre di a che adora, non solo perchè li intervisto.
il citare colleghi e precedenti e giudizi significa citare personaggi molto più personaggi di noi. il parere di apolloni su biabiany, raccolto per gazzetta di parma, di chi l'ha allenato un anno e mezzo, vale 5 volte il mio e quello di cervi. lippi sullo stadio di torino, 10 volte il mio. e così via.
il parere di leonardi, su un giocatore o su un fatto, vale 20 volte il mio, lo ritengo il miglior operatore di mercato d'italia, fra i migliori d'europa.
il parere di antonio cervi su una partita del parma non lo condivido nei toni, negli estremismi, vale comunque 2 volte il mio, semplicemente perchè antonio guarda la partita e basta, io devo scrivere, telefonare, pensare a mille cose. sulle partite in sè, tattica, non sono attendibile. anzi, in tutto lo stadio tardini probabilmente sulla partita del parma in sè sono il meno attendibile.
su temi generali, di sport e giornalismo, non mi sento inferiore a nessuno.
Comments are closed.