Sarà anche la madre di tutte le partite (“sbagliato sperare nell’aiuto degli altri, guardando i loro risultati”) ma il tecnico non ha in mente di preparare in un modo speciale la sfida con l’ultima della classe di domenica: “Non ne sento la necessità”.
IL VIDEO AMATORIALE DELLA SECONDA PARTE DELLA CONFERENZA DEL TECNICO, CON TUTTE LE RISPOSTE A STADIOTARDINI.COM (ANCHE SUL TEMA “TUTTI DEVONO USCIRE DAL CAMPO CON LA MAGLIA SUDATA”
(gmajo) – Sarà anche archeologia calcistica, ma il ritiro anticipato prima di una sfida importante (come potrebbe essere quella di domenica a Cesena, anche se noi siamo dell’idea che non vada alimentato lo psicodramma collettivo con inutili timori di discese agli inferi, poiché razionalmente non se ne ravvisano gli estremi, dunque meglio mantenere serenità, buon senso, calma e gesso) è sempre di moda. Anche nel 2012. Gli avversari, ormai pressoché condannati, hanno scelto questo tipo di strategia. Cosa farà il Parma? A precisa domanda il tecnico Roberto Donadoni, nella seconda parte della conferenza stampa di stamani (video sopra), all’uopo sollecitato da stadiotardini.com, ha sancito che i normali programmi non saranno cambiati: “Non ne sento la necessità”. In più ci ha spiegato i suoi rapporti con la clausura, anche quando era calciatore nel Milan.
All’interno la trascrizione “Donadoni e i ritiri”
DONADONI E I RITIRI
Jonathan Belletti (Radio Bruno) – Una curiosità: che rapporti ha lei con i ritiri pre-gara? Li reputa inutili? Oppure, prima di una partita importante, in qualche caso possono avere la loro utilità, magari per tenere alta la concentrazione?
“Direi che non ci sia una regola fissa: io credo che i giocatori, la squadra, il materiale umano che hai a disposizione determinano tutte queste eventuali scelte. Poi c’è l’allenatore che può essere più o meno legato ad un determinato stereotipo piuttosto che a un altro. Però non ho particolari legami ad una tradizione che si usa. Quindi, quando io vedo determinate cose, allora può anche essere che il ritiro divenga meno importante che in altre occasioni. Non ho una via ben definita e decisa: dipende molto da loro…”
Gabriele Majo (www.stadiotardini.com) – Quindi non reputa i ritiri “archeologia calcistica”?
“Perché? Chi è che li ha definiti così?”
Gabriele Majo (www.stadiotardini.com) – Non saprei a chi possa appartenere la definizione, però vorrebbe dire che non sono più moderni…
“Io credo che l’obiettivo dovrebbe essere quello di poter arrivare al campo la domenica senza bisogno di stare in ritiro a fare chissà quali programmi particolari per riuscire a fare un risultato. Se la squadra è in difficoltà io penso che se non riesce a capire che le motivazioni che si devono avere in quelle situazioni devono essere al 1000 per 1000 non c’è ritiro che tenga. Alle volte mi è capitato anche nella mia storia professionale di vivere situazioni nello spogliatoio dove non c’era, magari, quel legame così forte come era necessario e allora alle volte il contatto continuo più frequente andava magari anche a peggiorare quello che poteva essere una situazione. Io ho avuto la fortuna, negli anni del Milan, di frequentare veramente giocatori di grande livello tecnico, ma soprattutto di spessore umano, e vi dico che in 13 anni di carriera al Milan, se sono uscito 7, 8 o 10 volte con i compagni a cena è tanto, ma questo non significava nulla perché poi, quando arrivavamo al campo, eravamo la squadra più unita e coesa che io abbia mai visto. Perché contava lì, non tanto andare fuori la sera, perché si stava veramente tanto insieme, perché si giocava molto, per cui si sentiva di più la necessità di staccarsi un po’ che di stare ancora di più a contatto. Quindi, ripeto, dipende dalle dinamiche che si riescono a creare all’interno di un gruppo: questo diventa fondamentale; poi ritiro sì, ritiro no, non è importante…”
Gabriele Majo (www.stadiotardini.com) – Quindi vedremo quello del Cesena se funzionerà o meno, dal momento che il Parma, mi sembra di capire, che in ritiro anticipato il Parma non ci andrà…
“Anticipato cosa vuol dire?”
Gabriele Majo (www.stadiotardini.com) – Il venerdì. O prima… Non so…
“Non cambia quello che è il nostro modo di approcciarci alle partite, perché non ne vedo la necessità”.
(Roberto Donadoni, estratto dalla seconda parte della conferenza stampa del 20.03.2012 al Centro Sportivo di Collecchio. Videoregistrazione amatoriale e trascrizione a cura di Gabriele Majo per www.stadiotardini.com)