Il talk show sportivo di Teleducato ieri sera non si è fermato: la morte di Piermario Morosini e l’allarme di Antonio Di Natale hanno fatto riflettere anche su come funziona oggi tutto il circo del pallone. I calendari sono troppo fitti? Le squadre sono in eccesso? Ma il cardiologo Mario De Blasi rassicura, non c’è correlazione: «Obiettivamente il salto dai super allenamenti alla morte improvvisa mi sembra un po’ esagerato»
(Lorenzo Fava) – Il pomeriggio dello scorso sabato ha idealmente convogliato tutta l’Italia, calcistica e non, in una giornata di triste lutto per la scioccante morte di Piermario Morosini, 25enne mediano del Livorno, che, durante la gara contro il Pescara, si è accasciato sul terreno di gioco dello stadio Cornacchia e da lì non si è più rialzato. La tragica fatalità ha colpito profondamente tutto il sistema del calcio, il quale – forse per la prima volta in questi ulti tempi – ha dato una risposta nobile e saggia, decidendo di fermarsi doverosamente per un fine settimana. Non una partita disputata, dalla serie A fino alle scuole calcio. Il dibattito di Calcio & Calcio, talk show sportivo del lunedì sera di Teleducato, è andato regolarmente in onda per la 33^ volta in stagione, distaccandosi dalla linea editoriale di altre emittenti nazionali che hanno proposto troppe volte la morte del centrocampista, quasi come una moviola. Il salotto di Michele Angella si è limitato nel trarre alcune considerazioni riguardo l’allarmante intervista rilasciata da Di Natale («In questo calcio si gioca troppo, l’anno scorso avevo anche pensato di smettere…»).
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Intervenuto telefonicamente in apertura di trasmissione, il cardiologo dell’Azienda Ospedale di Parma, Mario De Blasi ha espresso, in un primo momento, il suo giudizio tecnico sulle cause del decesso, spiegando di cosa si potesse trattare: «Visto che l’autopsia ha escluso che si trattasse di infarto o di aneurisma, potremmo essere nell’ambito delle morti elettriche, cardiopatie che colpiscono cuori apparentemente sani e avvengono all’improvviso. E’ difficile farne diagnosi preventiva. L’Italia ha il più alto livello di attenzione di visite e controlli medici, ma ho visto cuori di giocatori di A che fanno pensare… Anche il cuore dell’atleta è messo a dura prova». Poi in chiusura ha rassicurato: «Obiettivamente il salto dai super allenamenti alla morte improvvisa mi sembra un po’ esagerato»
Le dichiarazioni del bomber dell’Udinese e il discorso del cardiologo De Blasi sono stati la base dei ragionamenti degli ospiti in studio. Enrico Boni si è limitato a giudicare le dichiarazioni dell’attaccante friulano: «Non si gioca troppo, il calcio è cambiato. Di Natale ha fatto un’uscita, a mio avviso, fuori luogo. Così rischia di far associare due parole in modo assolutamente pericoloso… Secondo me, Di Natale è pentito, doveva dirla in un altro momento: ha allarmato i genitori che hanno figli che giocano a calcio»; invece Andrea Schianchi si è lasciato andare a una considerazione che ha riguardato tutto il sistema del calcio italiano, un “circo” gestito dalle televisioni. Secondo l’opinion leader, infatti, «giocare di meno non riduce le morti in campo. Magari ridurre qualche squadra – cosa auspicabile – potrebbe far aumentare il livello e lo spettacolo offerto, ma farebbe anche diminuire i soldi nel portafogli dei giocatori. E non credo che a loro stia bene». Inutile nascondere che probabilmente andrebbe riassettato tutto, a partire dalla riorganizzazione dei campionati: si parla già di riduzione dei club partecipanti alla serie A (da 20 a 18), dell’introduzione dei play out, di un maggior numero di retrocessioni (4). Presente per il terzo lunedì consecutivo negli studi di via Barilli, lo “statistico” Vanni Zagnoli ha asserito che una salvezza conquistata in quei termini sarebbe davvero una grande impresa: «Ho sentito troppe volte parlare di grandi imprese. L’anno scorso una squadra piccola come il Cesena ne ha fatta una, ma credo che salvarsi con quattro retrocessioni su 18 squadre, e probabilmente anche con l’aggiunta dei play out, sarebbe davvero una grande impresa! Per club come il Parma, con i termini con cui si stanno disputando questi campionati, non si tratta di “grandi imprese”: dovrebbero chiedere qualcosa di più di una semplice salvezza». Entrati nell’argomento più squisitamente tecnico, si è trattato anche del tema Gasperini; non più tardi di due settimane fa, l’esperto di mercato di Mediaset Sport Paolo Bargiggia aveva lanciato la voce che il club emiliano avrebbe già contattato l’ex tecnico di Inter e Genoa per offrirgli la panchina in vista della prossima stagione. Ribadendolo in un intervento, chi vi scrive non ha dato troppa importanza a questa notizia: «Con tutto il rispetto per Bargiggia, ma mi sembra che questa voce sia infondata, visto che sia l‘AD sia il presidente Ghirardi poco tempo fa avevano speso parole di elogio per Donadoni, dicendo addirittura che fosse il migliore allenatore arrivato a Parma nell’era Leonardi. Io ripongo la massima fiducia in Donadoni». D’altronde – come ho ricordato – il tecnico del Parma ha sempre fatto bene, soprattutto in piazze con presidenti irascibili e focosi (Spinelli, De Laurentiis, Cellino) e ha sempre salvato i propri club: per gli amanti dei numeri nel 2004-2005 aveva conquistato con il suo Livorno, terribile matricola l’8° posto, mentre l’anno successivo si era dimesso per divergenze con Spinelli, lasciando gli amaranto quando erano addirittura al 5° piazzamento in graduatoria.
Infine, l’ultima notizia di ieri – il Parma giocherà sabato in anticipo alle 18 la gara interna col Cagliari – ha permesso a Ivo Dallabona, presidente del Parma Club Petitot di Collecchio, di fare presente a tutti un argomento a lui caro: le trasferte. «Quando noi ci organizziamo per andare in trasferta cerchiamo di farlo bene; eravamo già pronti per quella di Siena (6 maggio, nda) ma ‘i potenti signorotti’ hanno voluto che si giocasse alle 12.30 e non alle 15, come preventivabile: così ci faranno saltare la visita alla città, il pranzo in un ristorante tipico ecc e molte persone potrebbero annullare la loro trasferta! Dopo ci chiediamo perché gli stadi sono vuoti…». Non vi riporto la colorita e folkloristica chiusura di Dallabona, perché non so scrivere in dialetto parmigiano (non che la mia pronuncia sia migliore), ma Ivo ha invitato quei ‘potenti signorotti’ a farsi un giro, ma non a Siena… Lorenzo Fava
Ciao Gabriele,
questo cambio di programma mi fa molta paura. Se malauguratamente sabato perdiamo contro il Cagliari (cosa possibile) credo che aumenterebbero in modo esponenziale la nostra possibilità di andare in serie B.
Tu cosa ne pensi??
Ciao MARCO
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