In un articolo di Maurizio Galdi, pubblicato stamani dalla Gazzetta dello Sport, le dichiarazioni verbalizzate dell’ex portiere del Napoli indagato dalla Procura insieme ai fratelli Michele e Federico Cossato e a Silvio Giusti, tutti ex calciatori. Per Sampdoria-Napoli “scagiona” Santacroce: “Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e a Grava che diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa”. Ma l’autore del servizio chiosa: “A nessuno di loro è venuto in mente di avvisare la Procura federale, per questo rischiano almeno una omessa denuncia”
(gmajo) – C’è anche la partita Bologna-Parma (stagione 2010-11) tra quelle di cui ha parlato alla Procura di Napoli l’ex portiere partenopeo Matteo Gianello, indagato insieme ai fratelli Michele e Federico Cossato e a Silvio Giusti, tutti ex calciatori per il calcioscommesse. La Gazzetta dello Sport di stamani, in un articolo di Maurizo Galdi, riporta parte dell’interrogatorio del calciatore, avvenuto circa un anno fa, in cui a proposito della partita in questione, dopo essersi riascoltato in una intercettazione in cui parlava di “9 e 11 fighe” l’accusato risponde: "Per mia personale valutazione ritenevo che a nove giocatori su undici delle due squadre potesse andare bene il pareggio”. Sempre durante l’interrogatorio, durato cinque ore, Gianello parla di Sampdoria-Napoli: “Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e a Grava e a nessun altro”. L’autore dell’articolo specifica: “Esclude infatti la presenza di Santacroce, De Sanctis o di averne parlato con Quagliarella”.
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“Cannavaro e Grava – si legge nel virgolettato a seguire – diedero immediatamente e con estrema decisione una riposta negativa”. Ma Galdi chiosa. “Ed erano pure contrari, secondo Gianello. Ma a nessuno di loro è venuto in mente di avvisare la Procura federale: per questo rischiano almeno l’omessa denuncia e il Napoli la responsabilità oggettiva per diverse partite anche se al momento solo in quella con la Sampdoria sarebbe provata la tentata combine”,